di Anna Astrella

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Benetta ritratto con l’opera “Clessidra”

Si inaugura domani, alla galleria Russo, a pochi passi da piazza di Spagna la personale di Enrico Benetta. Una mostra, allestita fino al prossimo 5 novembre che è anzitutto un omaggio all’arte e ai suoi molteplici significati. Di qui il titolo Aqua Virgo scelto per l’esposizione romana del giovane artista veneto che si avvale della cura mostra del critico Gabriele Simongini. Va sottolineato che con una sua performance dedicata all’acqua Enrico Benetta sarà anche fra i protagonisti di Rome Art Week (24-29 ottobre), la manifestazione innovativa che coinvolge la città di Roma attraverso gli eventi negli spazi espositivi e gli open studio degli artisti professionisti (www.romeartweek.com).

RomArt Gallery ha intervistato Enrico Benetta per saperne di più su questa esposizione e più in generale sulla sua produzione artistica.

Enrico, nella su personale c’è tutto il suo universo visivo, dalle lettere bodoniane alle gocce in vetro di Murano. E’ già tempo di un bilancio nel suo percorso artistico?

“È sempre tempo di bilanci: soprattutto in questo particolare momento della mia vita una serie di eventi mi hanno portato all’esigenza profonda della trasparenza dell’anima e, di conseguenza, è stato quasi naturale immergermi nell’acqua come elemento purificatore e protagonista delle mie ultime creazioni artistiche”.

Il vetro di Murano e l’acciaio Cor-ten sono due materie ricorrenti nei suoi lavori. Come nasce l’incontro con questi due elementi e quale significato hanno per lei?

“Il vetro e l’acciaio sono due elementi molto diversi fra loro, ma accomunati dal fuoco, poiché entrambi vengono lavorati e trasformati da questo elemento primordiale. Il vetro, infatti, nasce come magma e il ferro viene forgiato, inciso e lavorato attraverso il fuoco. Il risultato sono due materiali completamente opposti, ma che insieme si fondono in un unicum, una nuova materia che vive di contrasti e fragilità”.

I suoi lavori sono stati scelti dalla Galleria Russo e dalla Galleria Tornabuoni, due fra le più prestigiose in Italia. Nell’attuale “sistema dell’arte” quanto è importante per un giovane artista essere rappresentato da una galleria di prestigio pronta ad investire in lui?

“Direi che è importantissimo: la fiducia incondizionata nel mio lavoro dimostratami per primo da Fabrizio Russo e quindi da Roberto Casamonti mi ha permesso di sperimentare liberamente nuovi linguaggi, trasmettendomi una carica di fiducia e di energia che ogni giovane artista deve avere per poter esprimere se stesso al massimo”.

Lo scorso anno ha partecipato ad Art Basel Miami, ArtLondon e Contemporary Istanbul: qual è la percezione che si ha all’estero della nostra arte contemporanea?

“In linea generale sono fermamente convinto che l’arte contemporanea italiana sia soggetto di stupore, attenzione e investimento da parte del mercato internazionale. Nel mio caso specifico la chiave della mia contemporaneità è legata comunque a un principio di classicismo tipico della tradizione culturale italiana che in qualche maniera rassicura il collezionista straniero”.

Può accennarci i suoi progetti per l’immediato futuro?

“Dal punto di vista della mia produzione continuerò la ricerca sulla lavorazione del vetro di Murano e dell’acciaio, sperimentando nuove soluzioni artistiche. A livello espositivo, dopo questa personale, il prossimo appuntamento è l’edizione 2016 diMiami Art Basel a fine novembre, alla quale parteciperò insieme ad un gruppo di artisti italiani con i quali abbiamo in progetto una serie di appuntamenti itineranti che comprenderà altre sedi come Dallas, New York e San Francisco.