di Domenico Leo

Un uomo di cultura, apprezzato coreografo e regista. I lavori di Luciano Cannito sono stati messi in scena nei teatri più prestigiosi, dal San Carlo di Napoli all’Opera di Roma, dalla Scala fino al Metropolitan di New York. È stato fondatore di una compagnia di danza e per diversi anni professore di Amici, programma di Maria De Filippi dedicato ai giovani talenti.

Per le elezioni amministrative ha deciso di candidarsi in Campidoglio e mettere al servizio dell’Urbe la sua esperienza nel mondo della Cultura e il suo consolidato rapporto con i giovani.

Da cosa nasce l’idea di candidarsi alle prossime amministrative?

“Ho accettato l’invito a candidarmi in una lista perché composta esclusivamente da professionisti e persone della società civile. Questa lista appoggia Giorgia Meloni, candidato sindaco, perché so, per conoscenza diretta, che Giorgia è una persona di straordinaria onestà, competenza, passione, preparazione politica e manageriale. In più è una donna.  Ci siamo fidati di tanti in passato, ma non abbiamo mai dato un’opportunità ad una donna”.

Lei è un uomo di Cultura, cosa pensa si debba fare per Roma in questo settore?

“Roma è il Comune che ha la maggiore concentrazione di beni storici al mondo. In questi anni la mancanza di una seria politica per la cultura e il turismo l’ha portata a essere solo al quattordicesimo posto nel mondo per visitatori stranieri, con meno visitatori di città come Seoul o Antalya. È necessario il recupero e la valorizzazione di questi che sono i suoi punti di forza”.

In che modo?

“Come sta già accadendo in altre città d’Europa visto che l’Ue ha stanziato quasi un miliardo e mezzo di euro fino al 2020 per tutte le attività creative e culturali. È a questi fondi che il Comune di Roma deve accedere creando un’apposita cabina di regia. Purtroppo per fare tutto ciò, i politici da soli non bastano più”.

Per questo ha deciso di candidarsi?

“Si sono pronto a lavorare e dare una mano concreta e costruttiva. Ho vissuto in 3 continenti, parlo 4 lingue ed ogni mio elettore avrà il mio numero di telefono. Voglio solo il bene di questa splendida città e desidero vedere alla sua guida delle persone davvero motivate, oneste e di cultura”.

Per anni ha lavorato a contatto con i giovani, crede che quell’esperienza possa esserle utile nell’avventura politica?

“Certo! Molti conoscono il mio impegno e la mia dedizione assoluta al lavoro con i giovani, alla ricerca di opportunità professionali per loro che sono il nostro futuro. La capitale d’Italia non può continuare a non investire nella loro creatività. Quando si scoprono talenti fuori dall’ordinario bisogna sponsorizzarli e aiutarli in modo concreto e non solo a chiacchiere”.IMG_4122 (1)

Come?

“Mettere a loro disposizione tutti quegli spazi fisici della città che non sono più utilizzati o che sono dismessi da tempo per trasformarli in tanti piccoli, medi e grandi laboratori. Fabbriche di cultura e creatività, centri di propulsione di idee nuove, volani di nuove economie. In più bisogna mettersi in contatto con le altre realtà internazionali che saranno ben felici di collaborare con la città più bella del mondo”.

È difficile fare cultura in periferia, ha idee su come coinvolgerle?

È necessario un radicale cambiamento nelle politiche fin qui adottate, bisogna portare il bello in periferia e valorizzare le imprese culturali periferiche magari coinvolgendo anche privati per l’apertura di spazi culturali fuori dal centro”.

La nostra è una rivista di Arte e Cultura, quindi chiudiamo sempre le nostre interviste con una domanda sulle preferenze artistiche: qual è il suo pittore o scultore preferito?

“Dico due nomi, due eccellenze che non possono essere mese in discussione. Appartengono a epoche artistiche diversissime ma hanno il medesimo talento: Caravaggio e Van Gogh. Li adoro veramente”.