di Anna Astrella

Il pubblico lo ama, lo considera un amico e non una star e per questo si immedesima nei suoi sketch. Maurizio Battista raccoglie così sempre il “tutto esaurito” ai suoi spettacoli: così sarà anche stasera al Teatro Colosseo di Torino dove porterà in scena Allegro? Si si ma non troppo, uno spettacolo semplice ed essenziale, divertente, comico, critico, ma non troppo, perché in fondo quello di cui ridiamo siamo noi, con le nostre debolezze, con le nostre cattiverie, con le nostre ipocrisie. Uno show spumeggiante, esplosivo, una vera e propria “sinfonia di battute”.

Da cosa o da chi trae ispirazione per le sue gag?

“Vivo per strada, tra la gente, guardo, saluto, frequento e questo deve fare un comico di razza. Invece ironizzare solo sulla politica è facile, è scontato, è banale e inutile: perché chi fa il mio mestiere e parla sempre di politica lo fa per interessi personali e non certo per il pubblico dal momento che la politica alla gente più che ridere la fa arrabbiare”.

Dopo l’esperienza con Colorado Caffè in televisione e tanto teatro negli ultimi anni ha iniziato a lavorare anche per il Cinema. Come vive il rapporto con il grande schermo?

“Lo vivo ancora da principiante, anche perché credo che un vero artista lo si possa vedere solo a teatro. A teatro non si bleffa e si deve reggere la scena ogni sera”.

Avendo lavorato sia per il mondo della celluloide che sulle assi del palcoscenico, preferisce il cinema o il teatro?

“Se devo scegliere il teatro tutta la vita perché male che vada la sera dopo puoi migliorare qualcosa, puoi allungare o accorciare una gag”.

RomArt Gallery è una rivista che parla di arte e cultura in genere; chiudiamo sempre le nostre interviste parlando di arte: ha un pittore o uno scultore che apprezza particolarmente?

“Le dico un pittore e non le spiego neanche perché: Fernando Botero! Vede basta il nome, non bisogna aggiungere altro per spiegare la sua grandezza”.